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Un’estate sul Tour del Monte Bianco

Ai piedi del re delle Alpi attraverso tre nazioni

Cecilia Mariani Scritto il
da Cecilia Mariani

Quest’estate ho passato diversi giorni al cospetto del Monte Bianco, il re delle Alpi, e più precisamente lungo i sentieri che si uniscono formando il leggendario Tour del Monte Bianco, uno degli itinerari a lunga percorrenza più famosi delle Alpi. Ho percorso quei sentieri in lungo e in largo, attraversato innumerevoli passi e varcato confini nazionali, senza mai arrivare in cima. Lavorando come accompagnatrice di media montagna ho avuto la possibilità di accompagnare tantissimi clienti lungo questo percorso, famosissimo e affascinante. Vorrei raccontarvi la mia esperienza e chissà, magari stuzzicare l’interesse di qualcuno.

Vista sul massiccio del Monte Bianco durante l’ultimo giorno del tour. Foto di Cecilia Mariani

Perché il Tour del Monte Bianco

Perché scegliere proprio questo percorso? O, come qualcuno potrà chiedersi, perché, tra tutti gli itinerari a lunga percorrenza presenti sulle Alpi, scegliere proprio il più famoso e il più affollato? Provo a rispondere.

Per prima cosa, è un percorso accessibile ad ogni escursionista con un minimo di esperienza. Non è sicuramente accessibile a tutti in quanto richiede almeno un po’ di allenamento ed esperienza in ambito escursionistico, ma non presenta particolari difficoltà tecniche. Questo permette a qualsiasi escursionista di percorrerlo in autonomia o, se preferisce, accompagnato da una guida o accompagnatore di media montagna.

Alba dal Rifugio Walter Bonatti in Val Ferret, Courmayeur. Foto di Cecilia Mariani

Un altro motivo per scegliere il TMB è sicuramente la ricchezza, naturalistica e culturale, che lo contraddistingue. Attraversa, infatti, territori alpini diversi, tra cui due parchi naturali (Contamines e Aiguilles Rouges, entrambi in territorio francese), ricchi di flora e fauna. Inoltre, attraversa tre nazioni diverse, Francia, Italia e Svizzera, ognuna con le proprie tradizioni. Questi tre paesi, pur essendo confinanti e, per certi versi, molto simili tra loro, hanno un carattere alpino tutto diverso, hanno le loro tradizioni uniche e garantiscono un’accoglienza senza eguali.

Insomma, per chi non conosce questa zona delle Alpi e vuole immergersi in questo mix incredibile di cultura e natura, non c’è di certo itinerario migliore.

Rifugio Col de Balme, sul confine tra Svizzera e Francia. Foto di Cecilia Mariani

Dati tecnici e organizzazione

Veniamo ai dati tecnici di questo itinerario. Il Tour del Monte Bianco, se percorso nella sua interezza, è lungo 170 chilometri e si sviluppa su circa 10’000 metri di dislivello. Può essere suddiviso in diversi modi, ma spesso viene percorso in 10/11 giorni. La maggior parte degli escursionisti, inoltre, lo percorre in senso anti orario partendo da Chamonix, ma essendo un percorso ad anello può essere tranquillamente iniziato e finito in qualsiasi punto a piacere, e ovviamente può anche essere percorso in senso orario. Per chi vive in Italia, ad esempio, è sicuramente più comodo iniziare e finire a Courmayeur, porta d’accesso italiana al Monte Bianco e centro dotato di tutti i servizi. Ci sono giorni più impegnativi, con distanze e dislivelli maggiori, e giorni più tranquilli. In alcuni punti è addirittura possibile usufruire di un servizio navetta (attivo soprattutto nei mesi estivi) e spostarsi tra le varie tappe, dovesse essercene la necessità.

Escursionisti sul confine tra Francia e Svizzera, Col de Balme. Foto di Cecilia Mariani

Per quanto riguarda dove dormire, ci sono diverse opzioni. La più comune è quella di dormire nei tanti rifugi alpini presenti lungo l’itinerario, alternati a pensioni e alberghi nei paesi principali attraversati dal Tour. Utilizzando questo tipo di strutture, un ipotetico itinerario potrebbe essere il seguente:

  • Francia: Les Houches – Les Contamines – Les Chapieux/Mottets
  • Italia: Rifugio Elisabetta – Courmayeur – Rifugio Bonatti
  • Svizzera: La Fouly – Champex Lac – Trient
  • Francia: Tré le Champ – Flégère/Brévent – Les Houches

Un’alternativa è dormire in tenda. Lungo il percorso sono presenti diversi campeggi, e anche spazi designati esclusivamente al campeggio libero in alcune zone più in quota (come ad esempio appena sopra Les Contamines). Scegliendo questa opzione, ovviamente, sarà necessario portare tutta l’attrezzatura necessaria per il campeggio e organizzare il trekking in modo diverso.

In ogni caso, data la popolarità del Tour, se si decide di percorrerlo in alta stagione è sicuramente necessario prenotare le strutture con largo anticipo, per assicurarsi di trovare un posto per dormire.

Rifugio Bertone in Val Ferret, Courmayeur. Foto di Cecilia Mariani

Cosa portare

Se si percorre il Tour du Mont Blanc durante l’estate e dormendo in alberghi o rifugi, l’attrezzatura essenziale è la seguente:

  • Zaino, grande abbastanza da contenere tutto il necessario per 10/11 giorni sui sentieri
  • Scarponi o scarpe da trekking, alte o basse a seconda delle condizioni e dell’abitudine
  • Bastoncini da trekking, se abituati ad usarli
  • Borracce per l’acqua, consiglio almeno due litri oppure di portarsi un filtro per poterle riempire dal torrente
  • Giacca e pantaloni impermeabili
  • Pantaloncini corti o lunghi, a seconda delle preferenze e delle temperature (un paio di pantaloni lunghi è comunque consigliato per la sera)
  • Magliette tecniche, pile e giacca più pesante per la sera
  • Pigiama, non essenziale ma comodo
  • Intimo e calze di ricambio
  • Frontale, per le notti in rifugio
  • Cappellino, occhiali da sole e crema solare
  • Cappello di lana e guanti
  • Sacco lenzuolo, obbligatorio in tutti i rifugi

Il tempo in montagna è sempre imprevedibile. Anche in estate, pur essendo molto caldo durante il giorno, la temperatura può scendere molto durante la notte, ed è quindi importante essere preparati per condizioni atmosferiche diverse.

L’attrezzatura necessaria per dieci giorni sul TMB, dormendo in rifugio. Foto di Cecilia Mariani

Questi sono solo alcuni consigli base per affrontare il Tour del Monte Bianco. È possibile farlo in autonomia o con una guida, imparando tutte le curiosità nascoste in un ambiente così ricco e vario. In qualsiasi caso è un itinerario da aggiungere alla propria lista di trekking, per conoscere meglio un angolo unico delle nostre montagne.


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