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L’Orto Salewa, integrazione e solidarietà

15 ragazzi coltivano oltre 30 specie tra verdure, legumi e frutti

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da Redazione outdoortest.it

Orto Salewa, Babacar, dal Senegal (foto G.Pichler) L'orto di Salewa, Lamin, Gambia(foto ©g.pichler) L'orto di Salewa, Lamin_1, Gambia(foto ©g.pichler) L'orto di Salewa, Modou, Senegal (foto ©g.pichler) L'orto di Salewa, Giresse Congo (foto ©g.pichler) L'orto di Salewa (foto ©g.pichler) L'orto di Salewa (foto ©g.pichler) L'orto di Salewa (foto ©g.pichler)

“Non avere niente da fare è una delle cose peggiori, perché toglie alle persone dignità e speranza per il futuro”. Sono parole di Heiner Oberrauch, Presidente del Gruppo Salewa-Oberalp, che dal marzo scorso ha messo in piedi un’iniziativa di solidarietà volta all’integrazione con il territorio di immigrati e rifugiati. È nato così l’Orto Salewa: un appezzamento di 3.000 metri quadrati dove imparare le tecniche dell’agricoltura biologica e produrre verdure e altri prodotti destinati, fra l’altro, anche a un ristorante stellato dell’area bolzanina.

Se il lavoro nobilita l’uomo e lo avvicina alle altre persone, allora quella è una carta da giocare per affrontare il problema dell’immigrazione e dell’ospitalità dei rifugiati. È questa la filosofia alla base dell’Orto Salewa attorno a cui, nell’arco di circa 3 o 4 mesi, si è costituita una rete di solidarietà tra aziende e volontari che ha coinvolto attivamente 15 persone, provenienti dal Senegal, dal Congo, dal Gambia, dal Kurdistan e dal Mali, e accolti come rifugiati e migranti nei centri di accoglienza di Bolzano.

Insalate, zucchine, pomodori, mais, zucche, barbabietole, fagioli, patate, cipolle, peperoni. Oltre 30 qualità di verdure, erbe aromatiche, mirtilli e lamponi nascono oggi nell’appezzamento di terra situato a Bolzano, davanti al moderno stabilimento Salewa, che conta 600 dipendenti impegnati nella realizzazione di abbigliamento e attrezzature tecniche per le attività in montagna. I prodotti agricoli vengono consegnati, a fronte di una libera donazione, al Ristorante Bad Schörgau, al Bar Ristorante Salewa Bivac e ai dipendenti Salewa. Il ricavato delle donazioni va ai 15 rifugiati e migranti che si sono impegnati attivamente all’interno dell’Orto Salewa.

Il progetto di solidarietà è nato da un’idea di Stephanie Völser, Executive Assistant di Heiner Oberrauch, impegnata nel movimento Binario 1 di assistenza e supporto ai rifugiati e migranti che arrivano a Bolzano. “L’aspetto di apprendimento delle tecniche agricole e quello economico sono ovviamente importanti – ha detto – perché la dignità sociale passa anche attraverso una seppur parziale autonomia economica. Ma il maggior valore del progetto è la possibilità di uscire dalla realtà separata dei centri di accoglienza ed entrare in contatto con la comunità che li circonda. Non ci aspettiamo che questo progetto sia risolutivo ma speriamo che possa dare un contributo positivo alla vita di queste persone e forse anche essere di ispirazione per progetti simili.”

“Io ho provato a proporre alle associazioni e istituzioni locali delle attività destinate ai rifugiati e migranti – ha spiegato anche Oberrauch -, ma non ho avuto successo. Penso che la politica non possa risolvere tutto e che sia dovere civile impegnarsi in prima persona. L’agricoltura è parte integrante della cultura e della vita della nostra comunità, e così è nata l’idea dell’Orto Salewa.”

In realtà nell’arco di poco tempo diverse aziende locali hanno porto la mano aderendo al progetto. Per esempio Gregor Wenter ed Egon Heiss, proprietario e chef stellato del ristorante Bad Schörgau a Sarentino, si sono fatti vivi per chiedere di diventare clienti dei prodotti dell’Orto Salewa. Fertilizzante organico e compost sono stati forniti gratuitamente da Bioenergia Trentino, come gli attrezzi agricoli dati dal Consorzio Agrario di Bolzano e depositati in un container messo a disposizione dalla ditta Niederstätter. Il Gardencenter Biasion ha offerto tutte le piantine per l’orto e infine, la cooperativa sociale OfficineVispa ha consentito di superare alcuni ostacoli di carattere burocratico integrando i rifugiati e migranti come soci della cooperativa.

Un aspetto speciale del progetto è che anche i dipendenti del gruppo Salewa-Oberalp sono diventati sostenitori dell’iniziativa. Secondo quanto racconta l’azienda altoatesina, ogni anno a Natale viene organizzata una lotteria di beneficienza che consente di scegliere tra quattro progetti sociali da finanziare. L’importo raccolto viene poi decuplicato dall’azienda, e in questo modo sono stati raccolti oltre 7.000 euro destinati all’Orto Salewa.

 

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