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Luci per biciclette: quando usarle e come sceglierle

Scritto il
da Martina Tremolada

luci per biciclette

Le luci per biciclette sono un elemento fondamentale per ogni tipo di ciclista. Come sempre le esigenze variano in base alle situazioni in cui ci si trova. Estremizzando, per un ciclista urbano è più importante rendersi visibile piuttosto che vedere dove mette le ruote perché ci saranno i lampioni a illuminare la strada, invece per un cicloturista o un mountain biker sarà necessario anche avere delle luci che consentano di illuminare bene la strada o il sentiero perché può capitare di trovarsi in posti con assenza totale di illuminazione (spesso capita quando il sole tramonta presto e, per qualche motivo, si è ancora sulla strada del ritorno a casa o si è alla ricerca di un posto per la notte).

Inoltre, per tutti i ciclisti, le luci risultano imprescindibili in caso di nebbia, pioggia o passaggi in galleria; insomma in quelle situazioni in cui la visibilità è ridotta.

Fuori da ogni dubbio è il fatto che le luci sulla bicicletta rappresentano, quindi, una necessità per la nostra sicurezza sia nei confronti degli altri utenti della strada che in questo modo non rischiano, o meglio rischiano meno, di passarci troppo vicino, sia nei confronti di sassi o buche sul terreno che potremmo non vedere con conseguenti potenziali danni sia a noi che alla bicicletta.

Foto: AOMSIN on Pixabay

Ma le luci per biciclette sono “solo” fondamentali oppure sono obbligatorie per legge?

Per rispondere a questa domanda occorre andare a sfogliare il codice della strada e in particolare l’art. 68 rubricato “Caratteristiche costruttive e funzionali e dispositivi di equipaggiamento dei velocipedi”. Qui, si dispone che le biciclette devono essere dotati “anteriormente di luci bianche o gialle, posteriormente di luci rosse e di catadiottri rossi; inoltre, sui pedali devono essere applicati catadiottri gialli ed analoghi dispositivi devono essere applicati sui lati.” (comma 1). Inoltre si stabilisce che tali dispositivi “devono essere funzionanti da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo sorgere e anche di giorno nelle gallerie, in caso di nebbia, di caduta di neve, di forte pioggia e in ogni altro caso di scarsa visibilità, durante la marcia sia nei centri abitati che fuori dai centri abitati” (comma 2).

Dalle disposizioni di legge, dunque, si evince che le luci sulla bicicletta sono obbligatorie in tutte le situazioni in cui la visibilità è bassa.

Passando al lato pratico della questione luci per bicicletta, prima di orientare la scelta occorre aver bene presente la distinzione tra lumen e lux.

La potenza della luce cioè il fascio di luce emesso dalla sorgente luminosa è il valore dei lumen. Questo serve per rendersi visibili ed è correlato al valore dei lux (1 lux = 1 lumen/m²). Quest’ultimo rappresenta l’intensità della luce che raggiunge effettivamente la strada, che varia quindi in funzione della distanza, e serve per vedere dove si mettono le ruote.

Nella descrizione delle luci vengono sempre esplicitati i lumen, ma ben più raramente si trova il valore dei lux. Questo avviene, principalmente, perché è un valore che varia al variare della distanza a cui si trova l’oggetto da illuminare. Per avere un’idea dei valori, 300 lumen è il minimo per le luci da bicicletta e 700 lumen è, di norma, il valore dei fari delle auto.

Per un utilizzo cittadino sulla bicicletta sono sufficienti luci con lumen compresi tra 300 e 600. Le esigenze cambiano se si devono percorrere strade con illuminazione scarsa o assente: per questi casi occorre avere una luce almeno di 1000 lumen (per le luci anteriori). Solitamente le luci con valori così alti permettono la regolazione dell’intensità per evitare di scaricare la batteria quando non è necessario avere un fascio luminoso forte. Si deve tenere presente che se si possiede una luce particolarmente potente, va indirizzata bene verso il terreno per evitare di abbagliare chi va nel senso contrario al nostro.

In commercio si possono trovare alcune luci da bicicletta che arrivano a superare i 2000 lumen, ma avere un fascio di luce così forte non è necessario se non in situazioni davvero particolari.

Foto: Dieter on Pixabay

La tipologia delle luci per biciclette più usata è la lampadina LED che rispetto alle lampadine normali o a quelle alogene produce più luce consumando meno energia e quindi ottenendo una durata della batteria maggiore. La maggior parte delle luci sono alimentate a batteria, generalmente ricaricabili con un semplice cavo USB.

E le care vecchie luci a dinamo? Continuando ad esistere e si stanno sempre di più diffondendo, ma non hanno molto in comune con quelle di vecchia concezione. Qualche anno fa questo tipo di luci era alimentato dal mozzo con puleggia sulla ruota posteriore che creava attrito rallentando la bicicletta. Questo comportava un’illuminazione debole a bassa velocità o addirittura inesistente quando il ciclista non è in movimento. Oggi, la dinamo viene, molto spesso, montata sul mozzo anteriore e usata con un condensatore che permette alla luce di rimanere accesa anche quando la bicicletta è ferma. Tale soluzione si trova sempre più frequentemente sulle biciclette urbane e da viaggio.

La maggior parte delle luci per bicicletta hanno più di una modalità: fissa o intermittente. Il nostro consiglio è quello di utilizzare la modalità fissa per la luce anteriore in modo da essere sicuri di illuminare sempre al meglio la strada e di impostare la modalità intermittente su quella posteriore per rendersi più visibili e risparmiare un pochino di batteria.

Coloro che viaggiano e, soprattutto, gli utilizzatori delle bici da corsa montano delle luci posteriori radar. Queste luci sono collegate con il dispositivo GPS e si adattano al traffico: l’intensità del fascio luminoso e la sua modalità varia in base alla presenza di altri veicoli, all’intensità della luce esterna (giorno/notte) e alla velocità del ciclista stesso. Sono luci di alta gamma, utili particolarmente a chi percorre lunghe tratte su strade particolarmente trafficate o ad alto scorrimento.

Il posto migliore per montare le luci da bicicletta è spesso il manubrio per quelle anteriori e il portapacchi per quelle posteriori. In caso di bici carica per viaggiare o altre esigente le luci anteriori possono essere montate sulla forcella o sul casco (quest’ultima sistemazione è utilizzata in caso di percorrenza di strade tortuose per esempio) e quelle posteriori possono essere alloggiate sul reggisella, sulle borse posteriori – siano esse da cicloturismo classiche o da bikepacking – oppure sullo zaino.

Prima di avviarci alle conclusioni, occorre segnalare l’esistenza dei caschi con luci integrate. Questi sono molto utili, ma di certo non possono essere ritenuti l’unica fonte luminosa per nessun ciclista (forse, in centro città possono bastare, ma è sempre meglio essere ben visibili) perché, solitamente, hanno una potenza abbastanza bassa. Spesso, i caschi con luci integrate hanno anche la possibilità di segnalare la svolta con apposite frecce direzionali. Per questa funzione possono risultare davvero utili nel traffico cittadino: la luce di direzione sulla nuca è ben visibile a chi ci segue e limita notevolmente il rischio di incidenti in occasione delle svolte.

Foto: Himiway Bikes on Unsplash

Insomma, anche per le luci da bicicletta la varietà offerta è molta e ogni ciclista può valutare ciò che è meglio per il suo utilizzo.

In linea di massima e senza alcuna pretesa di vincolare la scelta, si può dire che per il ciclista urbano possono essere sufficienti delle luci di media intensità con la caratteristica di essere facilmente montate e smontate per non correre il rischio che vengano rubate quando la bici è legata in strada.

Per i ciclisti da strada occorrono delle luci ben potenti sia anteriori che posteriori perché spesso ci si trova a condividere la carreggiata con altri veicoli; nella scelta del budget occorre tenere presente che una buona luce in alcuni casi può salvare la vita.

Per i cicloviaggiatori servono delle luci regolabili che arrivino ad avere una buona intensità nei tratti fuori strada e che riescano a rendere visibile il cicloturista nei tratti urbani senza abbagliare chi gli sta intorno.

Foto: M.Tremolada

Per chi va in gravel e soprattutto per i mountainbikers la scelta migliore ricadrà sulle luci per biciclette anteriori ad alta intensità perché potranno trovarsi su strade buie e sconnesse dove la sola fonte di illuminazione è data dalla loro luce che si rende, quindi, necessaria per evitare buche, radici o sassi. In questi casi potrebbe essere utile abbinare una buona luce frontale sul casco per illuminare anche le aree circostanti girando la testa, ma non il manubrio. Invece, per le luci per biciclette posteriori non è imprescindibile avere un fascio luminoso molto potente visto che spesso ci si trova su strade chiuse al traffico.

Le luci per la bicicletta sono un elemento di vitale importanza (oltre che essere obbligatorio per legge nelle situazioni viste in apertura) e ormai l’offerta è talmente ampia e i prezzi tanto eterogenei da rendere davvero facile dotarsene.

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