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In Solitaria 2021 – A metà strada

Dal Gran Sasso alla Toscana

Cecilia Mariani Scritto il
da Cecilia Mariani

Inizia per Elia la quattordicesima settimana di cammino lungo il Sentiero Italia CAI. Con le giornate sempre più lunghe e le temperature sempre più miti, l’inverno sembra ormai un lontano ricordo. Siamo arrivati a lunedì 10 maggio. “Come da previsioni oggi si prospetta una giornata stupenda. Mi sveglio nel comodo bivacco mentre fuori sorge il sole e i cavalli continuano a pascolare tranquilli. Con le prime luci mi metto velocemente in marcia salendo sulla sommità del monte Morrone, dove mi attende un panorama a 360° che spazia su tutte le cime della zona: Gran Sasso, Maiella, Monte Sirente e Velino e tutta la cresta del Monte Morrone che avrei cavalcato da lì alle prossime ore.”

Il panorama sta cambiando.

Il nostro avventuriero affronta subito una cresta calcarea abbastanza tecnica fino alla cima del Monte Rotondo, bellissimo punto panoramico sul Gran Sasso. E poi ancora verso il borgo di Popoli e Ofena, passando per le sorgenti dei fiumi Pescara e Tirino, dalle acque cristalline.

Dopo una notte passa sotto un vecchio portico di un convento dei frati, Elia inizia la salita verso il Rifugio Duca degli Abruzzi. “Supero Campo delle Ginestre, due laghetti e, poco dopo Campo Nevada, raggiungo la sella: di fronte a me, immenso, imponente, magico, il Gran Sasso. Da questa angolazione sembra ancora più bello a vedersi, così massiccio e solido, circondato da prati verdi e pascoli. Raggiungo Campo Imperatore giusto in tempo per fare rifornimento d’acqua prima che chiuda la funivia, e proseguo con calma per gli ultimi 300 metri di dislivello che mi separano dal rifugio. Intanto il tempo si rannuvola e l’atmosfera si fa più misteriosa. Il Gran Sasso sembra giocare a nascondino tra la fitta nebbia mossa dal forte vento. Domani il tempo promette sole e come obiettivo ho la vetta del Corno Grande dalla via Direttissima insieme ad un ragazzo che mi ha procurato tutta l’attrezzatura necessaria: ramponi, scarponi e piccozze. Non vedo l’ora!”

Il Rifugio Duca degli Abruzzi.

Ma la giornata seguente non comincia affatto come sperato. Dopo la notte passata in bivacco, Elia guarda fuori e si accorge che è tutto completamente bianco. Whiteout completo, non capisco se a causa della nebbia o della neve!! Mi alzo, mi bardo tutto ed esco a vedere la situazione: un forte vento con raffiche che stimo intorno ai 70-80km/h mi sferza il viso con la neve scesa durante la notte e tutto è avvolto in una coltre di nebbia. A tratti la visuale si apre lasciandomi intravedere la vetta tanto agognata che, con questa situazione meteo di visibilità pressoché nulla, sembra irraggiungibile! Rientro, faccio un’abbondante colazione, sistemo lo zaino e mi preparo per tornare a Campo Imperatore dove incontrerò Giuseppe, Accompagnatore di media montagna, che si è offerto di portarmi l’attrezzatura alpinistica necessaria e di accompagnarmi nella salita.”

 

Per approfondire leggi anche: “Intervista a Elia Origoni: e l’attrezzatura per percorrere a piedi i 7000 km del Sentiero Italia CAI qual è?”

 

Viste le condizioni, Giuseppe rinuncia alla vetta, lascia l’attrezzatura ad Elia e gli consiglia di cambiare il suo itinerario e di scendere direttamente a valle. Così Elia, con la coda tra le gambe, infila i ramponi e comincia ad avviarsi verso la Sella del Monte Acquila, con l’idea di scendere poi a valle. “Da solo, in mezzo alla nebbia, senza tracce ormai nascoste dalla nevicata notturna, proseguire mi sembra un po’ un azzardo. Ad un tratto la nebbia si apre facendomi scorgere le sagome di un gruppo di militari che lentamente risalgono il canale: sparisce ogni titubanza e subentra l’orgoglio; ora le tracce ci sono e non rischio di sbagliare la salita percorrendo una strada che non conosco. Imbocco il canale che si rivela meno ripido del previsto e, poco sotto la vetta, dove la traccia di salita incrocia quella che sale dai Prati di Tivo, incrocio due ragazzi con gli sci che decidono di ritornare in vetta con me e mi danno due dritte per la discesa attraverso il ghiacciaio del Calderone. Dopo le foto di rito loro calzano gli sci e velocemente spariscono alla mia vista, trascinati dalla forza di gravità verso valle. Io osservo per l’ultima volta il panorama che ogni tanto sbuca dalla fitta nebbia, poi mi incammino e a tratti corro, aiutato dai ramponi e seguendo le tracce lasciate dai loro sci. Arrivo al rifugio Franchetti, tolgo i ramponi e raggiungo Prati di Tivo dove, con grande sorpresa, i due ragazzi si sono fermati ad aspettarmi.”

Una volta a valle è tempo di festeggiamenti per la vetta raggiunta! Anche se tra stanchezza e coprifuoco arriva presto il momento di andare a dormire.

Sulla vetta del Gran Sasso.

Il giorno seguente riprende la solita routine, sveglia presto e partenza per la prossima tappa: il lago di Campotosto e il piccolo paesino omonimo. Qui, grazie all’accoglienza del sindaco, Elia passa la notte nella casa della comunità: è bello vedere che c’è sempre gente disposta a dare una mano!

Poi Elia si addentra nel massiccio montuoso dei Monti della Laga e si prepara a lasciarsi l’Abruzzo alle spalle. Una volta nelle Marche Elia si ferma all’Agriturismo Alto Montagna e, una chiacchiera tira l’altra, forse anche un po’ per colpa della pioggia, decide di fermarsi qui per una giornata intera. “Mi prendo una giornata di riposo in questo piccolo paradiso che esercita una sorta di calamita e che faccio fatica a lasciare.”

Dopo aver ricaricato le pile alla grande, Elia riparte alla volta dei Monti Sibillini e raggiunge il paese di Castelluccio di Norcia, dove ancora sono evidenti i segni devastanti del terremoto. “Mette tristezza vedere da vicino i resti del terremoto e costatare quanto poco sembra sia stato fatto per queste comunità. Tramite il Passo delle Rose ridiscendo a Norcia dove la situazione rimane piuttosto critica: i negozietti del centro sono stati spostati all’esterno delle mura creando una nuova via per i commercianti del luogo.” Dopo una lunga discesa Elia raggiunge Visso, che segna più o meno la metà del Sentiero Italia, dove passa la notte nel fienile di un contadino locale che gentilmente lo ospita. “Mai mi sarei aspettato di passare la notte quasi insonne a causa di qualche piccola rondine spiritosa che ha garrito tutta la notte. Ho quindi posticipato di poco la sveglia per poter recuperare meglio le energie perse con la tappa di ieri e mi alzo con un’oretta di ritardo sulla tabella di marcia. Nel cielo le solite nuvole che si rincorrono lasciando intravvedere a tratti il cielo azzurro.”

Bellissimi panorami sull’Appennino Centrale.

Poi Elia si addentra Parco di Monte Cucco, camminando tra creste e verdi pascoli. La sera di giovedì 20 maggio raggiunge Fonte Avellana, un piccolo monastero di frati posto sotto le pendici del Monte Catria e circondato da alte pareti verticali. “Ricaricato da un ottimo riposo, riparto di buona lena e affronto subito la prima fatica della giornata: gli 800 metri di dislivello che mi conducono verso la vetta del Monte Catria. Per fortuna il vento che mi accompagna da qualche giorno, rende la salita sotto il sole più accettabile e fresca. Dalla cima una lunga discesa ‘spacca gambe’ mi porta, dopo più di 1000 metri di dislivello, fino a Chiaserna dove mi attendono i ragazzi del birrificio agricolo Montecatria. È una bella struttura nella frazione di Fossalto, posta proprio sul tracciato del sentiero Italia e destinata a diventare un ‘birrifugio’: una simpatica iniziativa con lo scopo di incentivare il turismo che in questi luoghi viene poco valorizzato.” E poi Serravalle di Carda, Boccaseriola e, attraverso il Passo di Viamaggio, la Toscana.

Vista per chilometri.

“Nella prossima settimana ci saranno molti avvenimenti interessanti tra cui la visita alle sorgenti del Tevere e il passaggio all’interno delle meravigliose foreste Casentinesi. Proseguirò poi verso la parte alta dell’Appennino Tosco-Emiliano passando per l’Abetone e, di seguito, per il Lago Santo, modenese prima e parmense poi. Per fine settimana dovrei arrivare in Liguria e, quindi, quasi alla fine degli Appennini.”

Sembra incredibile che Elia abbia già percorso a piedi più di mezza Italia. Gli Appennini sono quasi finiti ma il viaggio continua, aspettiamo aggiornamenti!

Per seguire Elia: eliaorigoni.com

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