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Il bastone da sci secondo Dominik Paris

I segreti di un attrezzo fondamentale, per spingere ed equilibrarsi

alfredo tradati Scritto il
da Alfredo Tradati

Dominik Paris, atleta azzurro dello sci, testimonial Leki

Abbiamo incontrato Dominik Paris, il discesista azzurro più vincente in attività, per avvalerci della sua esperienza in fatto di attrezzature da gara. Del giovane sudtirolese sappiamo già tutto in quanto a risultati e prestazioni, ma vale sempre la pena ricordare la sua doppietta in discesa sulla mitica Streif di Kitzbühel, la vittoria in super-gigante nella medesima località, un’altra doppietta sulla Stelvio di Bormio e poi la medaglia d’argento ai Mondiali di Schladming 2013.

Dominik, originario di Lana in Val Venosta, è conosciuto per la sua precisone e per l’attenzione che dedica ad ogni dettaglio del suo corredo da gara. Con i suoi partner tecnici è solito collaborare approfonditamente per mettere a punto sempre nuove soluzioni che gli consentano di limare qualche centesimo prezioso in pista.

Parliamo con lui di uno strumento, il bastone da sci, spesso dato per scontato ma che, nel caso di un discesista di vertice come lui, assume un ruolo primario, diremmo fondamentale. Paris è testimonial di lunga data del marchio tedesco Leki, leader nel panorama dei bastoni da sci, e grande innovatore del settore:

– Dominik, quale importanza ha per te il bastone da sci, nell’economia della tua prestazione?

Un buon bastone da gara è sempre indispensabile. Basti pensare alla fase di spinta al di fuori del cancelletto di partenza, dove in poche bracciate ad alta potenza, devi raggiungere la velocità di lancio ideale; poi, durante tutto il corso della prova, entra in gioco la delicata funzione di equilibratore che il bastone riveste contribuendo a dare stabilità all’atleta nel suo complesso; non ultima una funzione aerodinamica, con la tipica forma avvolgente dei bastoni da velocità;

– Che caratteristiche deve avere?

Il bastone che preferisco deve essere senza dubbio leggero, ma allo stesso tempo molto, ma molto resistente. Durante le spinte in partenza il bastone deve reggere il mio peso e la mia potenza, senza rompersi o piegarsi, nonostante la sua forma già sagomata, che potrebbe renderlo più debole. Materiali e tecnologie di costruzione fanno si che il risultato sia ottimale.

– Ci sono altri dettagli degni di nota?

Certamente. Ad esempio il bilanciamento. Se un bastone ha la punta troppo pesante, tende a tirare verso il basso, ad appesantire le braccia e, alla fine, a disturbare l’atleta in azione. Poi abbiamo l‘impugnatura, che deve essere semplice e comoda, così da poter essere presa saldamente con il guanto. In discesa utilizzo la soluzione tradizionale con il laccio in tessuto, per sentirmi più libero; in gigante e slalom, invece mi fido della tecnologia Trigger, ideata da Leki, che tiene saldamente affrancato il guanto al bastone, con uno speciale anello in tessuto (sul guanto) e un apposito gancio (sul bastone). C’è poi la piegatura tipica dei bastoni da discesa. In pratica il bastone, quando sei in “posizione” (accucciato alla ricerca della velocità, ndr) e devi risultare il più aerodinamico possibile, con le mani davanti al mento e i gomiti davanti alle ginocchia, deve diventare un tutt’uno con il corpo. Una curvatura verso l’esterno fa si che il bastone si allarghi in corrispondenza del bacino e si richiuda dietro. Esistono diversi tipi di curvatura, in base alle tipologie degli atleti, e io scelgo sempre la “Special” che ben si adatta a me;

– Come avviene lo scambio tra te e i tecnici Leki?

Io comunico loro le mie necessità, qualche problema che ho riscontrato durante gli allenamenti o le gare e loro studiano una soluzione. Poi mi portano i prototipi realizzati e si passa alla fase di test sul campo. Ovviamente questo accade per tanti atleti della scuderia Leki, non solo con me. Quando troviamo l’equilibrio giusto, il reparto corse realizza i modelli definitivi che noi andiamo ad utilizzare in gara.

– Non c’è bastone senza guanto. Tu cosa scegli?

Fortunatamente il mio sponsor Leki fa anche i guanti, e li fa che vanno d’accordo con i bastoni. E’ molto importante avere le mani protette, mantenendo la naturale sensibilità e, perché no, anche un po’ di caldo. In discesa e in super-gigante, dove ogni attrito ti fa rallentare, io uso un guanto abbastanza leggero, di medio spessore, con poco volume e tanta sensibilità per impugnare il bastone. Nelle altre discipline, dove serve maggiore protezione dagli impatti con i pali e con il ghiaccio del terreno, preferisco guanti più solidi, dotati di inserti rigidi sulle nocche.

– Dominik, qualche consiglio ai lettori sull’utilizzo dei bastoni da sci??

I bastoni li usano tutti, servono per spingersi e per dare il ritmo alle curve a tutti i livelli. Il mio consiglio è di scegliere bastoni ben fatti, non un semplice tubo in alluminio. Controllare il bilanciamento, la leggerezza, la comodità dell’impugnatura e anche i materiali, per la durata.

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