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BioCycling America, una famiglia italiana in bici da Ushuaia alla California

Madre, padre, le loro figlie e un forte messaggio di sostenibilità

Scritto il
da Redazione outdoortest.it

BIOcycling America è il progetto della “Happy Family“, una famiglia italiana proveniente da Revine Lago, provincia di Treviso, composta dal papà Sébastien Bellet Grava, la mamma Alberta Spinazzè e le figlie Anna e Angela. Sono partiti da Ushuaia nel gennaio del 2016 e da allora non hanno mai smesso di pedalare: hanno risalito il Sud America, fermandosi di tappa in tappa a scoprire il territorio, le persone che lo vivono e a conoscere le diverse culture. Ora sono in America Centrale e contano di raggiungere la meta finale del viaggio, la California, tra circa un anno e mezzo. Con Vaude, che è sponsor del progetto, condividono lo stesso valore della sostenibilità e la passione per l’outdoor.

 

IL PROGETTO E I PROTAGONISTI

BIOCycling America si propone come fine ultimo quello di condividere l’energia positiva di un’esperienza senza dubbio straordinaria e di raccontare storie sconosciute come quelle delle persone “invisibili” che lavorano duramente dietro i prodotti che mangiamo e utilizziamo in tutti i paesi del mondo. Sébastien Bellet Grava ha trascorso l’infanzia in Sudafrica: dopo essere stato guida di mountain bike in Islanda, in Transilvania e in Italia, nel nostro paese ha lavorato per NaturaSí, produttore e distributore biologico, che ha sponsorizzato la prima parte del progetto. Alberta Spinazzè si è laureata in Cooperazione internazionale allo sviluppo presso l’Università di Padova, gestiva un negozio di commercio equo e solidale ed è da sempre interessata alla consapevolezza sociale. Con loro ci sono le loro figlie: Anna e Angela di 9 e 11 anni.

Attualmente la “Happy Family” si trova in Costa Rica: poiché i collegamenti stradali tra Colombia e Panama si interrompono nella foresta del Darién, tratto controllato dal narcotraffico, nel giugno scorso la famiglia ha preso la decisione più sicura, economica e veloce di prendere un volo fino a Panama City da Cartagena e da lì proseguire in bici. Li abbiamo raggiunti via telefono e email proprio in Costa Rica e ci siamo fatti raccontare qualcosa del loro viaggio.

 

L’INTERVISTA

Sebastian come procede il vostro progetto BIOCycling America, dove siete esattamente ora?
In questo momento siamo arrivati a Monteverde in Costa Rica dopo aver pedalato un tratto piuttosto avventuroso attorno al Vulcano Arenal, fino a qualche anno fa considerato il cono di vulcano più perfetto al mondo. Abbiamo avuto un problema meccanico alle bici che ci costringerà ad una sosta forzata finché non troveremo il pezzo di ricambio. Lo scorso venerdì abbiamo partecipato ad un evento per il clima, alla semina di nuovi alberi e abbiamo tenuto una conferenza in occasione del World Tourism Day, promuovendo il turismo responsabile. Siamo entrati in Costa Rica il 28 Luglio e per quasi un mese e mezzo ci siamo fermati nella comunità indigena Bribri di Yorkín, nella foresta pluviale tra Costa Rica e Panama. Collaboravamo come volontari nel progetto “Stibrawpa” di turismo comunitario, documentando anche gli aspetti sociali dei piccoli produttori di cacao e banane biologici di APPTA (Asociación Pequeños Productores Talamanca). Da lì ci siamo trasferiti alla capitale San José per commissioni varie ed una conferenza alla Cooperazione Spagnola, condividendo un po’ la nostra esperienza.

Come è cominciato il vostro viaggio e dove finirà?
Dopo 8 mesi di preparazione, non fisica ma logistica ed economica, siamo partiti il 12 gennaio 2016 dall’Italia e dopo 3 voli siamo arrivati ad Ushuaia, la città più australe del mondo. Tutto questo è stato possibile grazie all’aspettativa che ho ottenuto dal mio lavoro. Dovevamo stare via al massimo 20mesi per raggiungere Cartagena in Colombia, ma poi il viaggio e la vita ci hanno fatto capire che erano altre le priorità: abbiamo deciso di proseguire fino in California per imparare anche l’inglese prima di tornare a casa e perché è lo stato del Nord America che più sta investendo in energie rinnovabili e sostenibilità. Stiamo avanzando lentamente, dovremmo arrivarci tra un anno e mezzo e lì vorremo condividere la nostra esperienza a diretto contatto con i piccoli produttori dell’America Latina…come diciamo noi “costruendo ponti e seminando valori” lungo il cammino.

Con che ritmo procedete?
È difficile fare una media precisa di km al giorno, dipende dal tratto di strada da percorrere, se ci sono montagne, sterrati, se siamo controvento o in piano o sotto la pioggia. Sono tanti i fattori che possono variare la giornata. Diciamo che percorriamo circa 40 km al giorno (ma ieri per esempio in montagna con pioggia ne abbiamo fatti appena 22 km e circa 650m di dislivello), e che finora il tratto più lungo pedalato è stato di 105 km. Giusto per dare un’idea: sulla mia bici a pieno carico tra passeggeri, bici ed attrezzatura, complessivamente muoviamo 280kg e Alby 120kg, perciò in salita il gioco si fa davvero duro con una velocità media di 4km/h!

Dove dormite di solito?
Negli ultimi 2 anni abbiamo soggiornato in totale in una decina di alloggi semplici, per il resto in tenda (fino a Quito in Ecuador, usavamo 2 tende ma poi quando le zone si sono fatte più popolate e per ridurre peso, abbiamo cambiato a una tenda da 4). Ma ci devono essere le condizioni di sicurezza che lo permettono. In alternativa veniamo ospitati in casa da splendide famiglie (sistemandoci spesso anche sul pavimento con i nostri materassini e sacchi a pelo) che ci accolgono spontaneamente, curiosi di conoscerci.

Come si mantiene economicamente un viaggio così lungo?
Per prima cosa non è una vacanza, ma uno stile di vita! La chiave per viaggiare così a lungo è viaggiare in semplicità. Fino alla Colombia e per tutta la zona andina spendevamo mensilmente una media di 250/300 € per tutta la famiglia…Molto meno che nella “vita normale” in Italia. Da Panama e ancora peggio in Costa Rica il nostro budget purtroppo si è duplicato. Per partire siamo riusciti a trovare degli sponsor che hanno creduto in noi e in BIOCycling America e ci hanno permesso di sostenere l’investimento iniziale. Attualmente ci sosteniamo con risparmi di anni di lavoro e l’affitto del nostro appartamento. Alle volte riceviamo donazioni da persone ispirate ed emozionate dal nostro viaggio, che ne capiscono il grande lavoro che c’è dietro e i sacrifici. (chi volesse aiutarci con una donazione può farlo qui http://paypal.me/HappyFamilyBio )

Alle volte riceviamo donazioni in occasione delle conferenze che facciamo e durante il viaggio abbiamo lavorato in cambio di vitto e alloggio: abbiamo venduto cartoline, fatto lavoretti di artigianato con l’aiuto delle bimbe, ma anche marmellate e dolci. Insomma le abbiamo pensate tutte!

Come fate con l’istruzione delle bambine?
Stiamo facendo Educazione Parentale, assumendoci la responsabilità educativa delle bambine che al ritorno in Italia affronteranno un esame per valutare il loro livello accademico. A dicembre 2018 hanno superato con soddisfazione un esame sostenuto con il direttore scolastico, l’insegnante d’inglese, matematica ed italiano. Durante il viaggio hanno anche partecipato varie volte a lezioni in aula: sia in istituti formali con tanto di divisa, sia in scuole rurali di comunità indigene. Ogni volta è uno scambio culturale che arricchisce tutti.

Qual è stato il momento più bello e quale quello più difficile del vostro viaggio?
Ci sono stati tantissimi momenti difficili e straordinari nel corso di questi anni, ognuno di noi potrebbe darti una risposta differente. Anche il tratto fatto in questi giorni ci ha fatti allo stesso tempo sudare, piangere e godere di momenti intensamente gioiosi, superando le difficoltà insieme, come una squadra. Attraversare il Salar de Uyuni, il deserto di sale più grande del mondo in Bolivia a 3660 m il giorno di Natale 2016 rimane indimenticabile per tutti!

Cosa vi sta insegnando il progetto BIOCycling America?
Le cose imparate sono davvero molte, soprattutto a livello umano. Abbiamo capito che nel mondo c’è molta solidarietà e più positività di quello che si pensi, a prescindere da colori politici, culture e status. Ogni giorno è un’avventura nuova, dovendo gestire un sacco di cose, ma facciamo del nostro meglio, affrontando la vita con amore ed entusiasmo.

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