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A tutto Swimrun nel lago di Mergozzo

Pura emozione e tanto divertimento con la nuova disciplina in crescita anche in Italia

alfredo tradati Scritto il
da Alfredo Tradati

Lago di Mergozzo, 15/5/2019. Con 10 gradi di temperatura sull’uscio di casa, a Milano, alle 7 di mattina, l’idea di tuffarsi nelle acque di un lago alpino non è certo la prima che ti viene in mente appena sveglio. Ma la curiosità di provare questa nuova (in Italia) disciplina, lo swimrun, fatta di corsa e nuoto in uno sviluppo d’azione il più naturale possibile, così come suggerisce la filosofia di questo sport “nordico”, non lo nego, mi ha catturato fin dal primo momento.

Il gruppo di giornalisti inviatati alla prova di swimrun nelle acque del Lago di Mergozzo
Il gruppo di giornalisti inviatati alla prova di swimrun nelle acque del Lago di Mergozzo

L’occasione è la prova riservata alla stampa che gli ideatori e animatori dell’associazione Swimrun Cheers, Diego Novella e Veronica Castelli, pionieri del movimento nel nostro Paese, hanno approntato sul lago di Mergozzo. La location non poteva essere migliore: uno specchio d’acqua limpida, cristallina, incastonato nel verde delle Prealpi ossolane e sullo sfondo, oltre il borgo di Mergozzo, i contrafforti del “Rosa”, abbondantemente coperti di neve, nonostante la primavera avanzata.

Si comincia con la distribuzione delle attrezzature: muta, calotta, occhiali, palette, pull-buoy, scarpe. Segue un briefing introduttivo per inquadrare brevemente la disciplina e illustrare le (poche) regole che ne costituiscono la struttura, ma soprattutto far capire a noi neofiti lo spirito libero dello swimrun. Nato in Svezia, in un ambiente naturale tra i più incontaminati del pianeta, dove potersi muovere velocemente tra terra e acqua, boschi e laghi, senza soluzione di continuità è sembrato subito essere la cosa più logica, il movimento ha prodotto fin da subito le sue competizioni più estreme, come la Ötillö Swimrun World Series, vero e proprio Campionato del mondo della disciplina.

Frazione di corsa nella prova di swimrun a Mergozzo
Frazione di corsa nella prova di swimrun a Mergozzo

Si parte in leggera corsa, sulla strada che porta a Mergozzo, un chilometro di riscaldamento per poi raggiungere la riva del lago da cui, una volta immersi, puntare decisamente il campanile del paese, come punto cardinale. Diego ci comunica che la temperatura dell’acqua (14 gradi), non è poi così bassa… Basta entrare decisamente, senza titubanze, fare una decina di bracciate con la testa fuori dall’acqua (per acclimatarsi e evitare di sentirsi mancare il respiro) e poi via, giù la testa, cercando di economizzare i gesti imparando a gestire le palette alle mani che potenziano la trazione, ma allo stesso tempo, stancano velocemente spalle e braccia. Indossando scarpe e calze, l’uso delle gambe come stabilizzatori e propulsione è vanificato e, pertanto, occorre isolarle per concentrare tutto lo sforzo sul comparto superiore. L’effetto si ottiene utilizzando uno strumento galleggiante, pull buoy, che inserito tra le cosce sostiene gli arti inferiori e li stabilizza.

Frazione di nuoto, con palette e pull-buoy, durante la prova di swimrun
Frazione di nuoto, con palette e pull-buoy, durante la prova di swimrun

Superati i 500 metri d’acqua del primo tratto di nuoto, sperimentiamo la prima “transizione” accorgendoci che la prima sensazione “strana” è costituita dai piedi intorpiditi dal freddo, che ci costringono a correre le prime decine di metri in modo un po’ goffo. Davanti a noi tre chilometri di sentiero nel bosco, saliscendi, con un fondo insidioso fatto di ciottoli e pietre. La buona notizia è che il sangue torna a circolare e in breve il freddo non è che un ricordo.

In breve raggiungiamo l’altro capo del lago dove scendiamo in una spiaggetta che si apre su una piccola insenatura di acqua bassa e cristallina, con riflessi azzurri e blu e fondale di sabbia fine. Sulla superficie del lago si specchiano le cime bianche di neve del fondo valle e la sensazione di meraviglia nell’essere in procinto di tuffarsi, si moltiplica. Partiamo di corsa per raggiungere l’acqua più profonda e diamo inizio alla seconda frazione di nuoto, costeggiando un canneto che ci accompagnerà fino all’approdo, dopo altri 500 metri, sulla spiaggia del campeggio Continental. Di questo tratto ricordo due cose: le correnti gelide che a tratti mi hanno investito, ma soprattutto la sensazione di stupore nel sollevare lo sguardo, durante la fase di respirazione, e intravvedere il bianco della neve la in fondo, sul pelo dell’acqua.

Il gruppo "press" dopo la prova di swimrun al Lago di Mergozzo
Il gruppo “press” dopo la prova di swimrun al Lago di Mergozzo

Fine delle frazioni natatorie, non resta che affrontare gli ultimi chilometri di corsa che ci portano in salita sulle pendici a nord del lago, un sentiero accidentato, con dislivelli improvvisi e netti, fondo irregolare e talvolta insidioso, soprattutto nel tratto denominato “foresta dei bamboo” dove, a terra, numerosi monconi di piante tagliate rischiamo ad ogni passo di farci cadere rovinosamente.

Finalmente la traccia scende, attraversiamo la strada asfaltata e in breve raggiungiamo il traguardo, presso il Camping Lago delle Fate, sede delle attività di Swimrun Cheers. Un’ora e mezza di azione alternata, tra acqua e terra, che è passata in un soffio. La concentrazione necessaria ad affrontare questa nuova avventura ha fatto passare in secondo piano lo sforzo e, alla fine, sono rimasti l’emozione e il divertimento di una full immersion nella natura davvero unica.

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